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mercoledì 21 settembre 2011


Il Governo italiano e la Libia

Oggi il Governo provvisorio libico viene ricevuto all'ONU, ottenendo così il più alto riconoscimento internazionale.
Pochi giorni fa Tripoli ha accolto con tutti gli onori il Premier inglese e il Presidente francese.
L'ultima attività del nostro Premier, invece, è la dichiarazione: non disturbiamo Gheddafi, fatta mentre il popolo libico veniva massacrato dall'esercito del suo dittatore. Quel dittatore al quale fu baciata la mano, che già si era sporcata del sangue del suo popolo.
Perché allora meravigliarci se il nostro Premier non è presente a New York e non era presente a Tripoli?
E perché meravigliarci per la perdita della nostra presenza economica in favore proprio degli Inglesi e dei Francesi, se la nostra è stata in questi mesi una politica diplomatica ondivaga?
Abbiamo offerto le nostre basi alla NATO, ma non potevamo farne a meno; abbiamo bombardato le truppe di Gheddafi; abbiamo appoggiato diplomaticamente le iniziative anglo-francesi; abbiamo ricevuto i rappresentanti degli insorti e abbiamo promesso aiuto: abbiamo fatto tutto quel che c'era da fare, ma non prendendo l'iniziativa, piuttosto subendola. Non soltanto subendola, ma cercando in tutti i modi di liberarci da ogni impegno. Si pensi alle dichiarazioni di Bossi, al voto in Parlamento, alle dichiarazioni degli stessi Ministri della Difesa e degli Esteri e infine si pensi al ridicolo termine di scadenza posto all'intervento: si avrà subito la prova di quanto non sia stata ferma e sicura la nostra politica diplomatica.
Oggi, quindi, paghiamo lo scotto di essere sgraditi ai Libici, che ricordano i servilismi dei tanti nostri governanti nei confronti del loro ex dittatore e per ultimo gli accordi per essere liberati dalle immigrazioni, anche a costo di riempire le carceri di Gheddafi e persino le fosse comuni.

sabato 3 settembre 2011

 
I ministri sognatori

“Quando un governo fonda la sua politica di bilancio sulla lotta all'evasione, vuol dire che è a corto di idee e di volontà politica”. Queste sono le parole con le quali il Financial Times ha commentato la decisione del nostro Governo di reperire i 4 miliardi, che non si vogliono o non si possono far pagare con una sovrattassa sui redditi, che superano i 90 mila euro l'anno, con la caccia agli evasori.
A questo proposito il ministro Tremonti ha dichiarato: “penso che non solo da questa lotta si ricaveranno i 4 miliardi, ma anche una cifra maggiore”. Pensa, signor ministro, o sogna?
Ecco qual è l'attività principale del nostro Governo: sognare, incurante se i suoi sogni sono la causa degli incubi degli Italiani, che dubitano di arrivare alla fine del mese con il loro striminzito stipendio. Ma anche incurante di una sanità fatiscente, ma costosissima (200 miliardi); di un sistema scolastico e universitario, che ha declassato la nostra cultura; di una disoccupazione giovanile a livelli di un paese distrutto da una guerra totale. Incurante, per farla breve, dell'agonia del nostro Paese.
D'altra parte, che cosa potevamo aspettarci da un finto statista sostenuto da un finto economista e da un finto federal-riformatore in canottiera? Abbiamo quel che ci meritiamo per essere stati convinti che i sogni di costoro potevano diventare realtà. Siamo stati troppo creduloni e ora ne piangiamo le conseguenze. Conseguenze non di una crisi internazionale, ma del tempo perso dietro le leggi ad personam, mentre silenziosa maturava la crisi del nostro Paese malato.
                                                                                                                             




venerdì 2 settembre 2011

Le bellissime pagine del Manzoni, quando descrisse le reazioni dell'ormai impotente governo spagnolo alla illegalità dilagante dei “bravi”, valgono oggi per il nostro governo e le sue farneticazioni a proposito della manovra finanziaria.
Senza coraggio e privo di qualsivoglia strategia, emette “grida”, dichiarando un inasprimento delle pene per gli evasori e affida il risanamento dei conti pubblici al successo di queste “grida”. Ma quando mai minacciare maggiore severità ha portato a un maggiore rispetto della legge, se non c'è la certezza di una forza capace di scoprire e colpire chi contravviene? Eppure questo Governo ha preferito affidarsi alle sue “grida”, millantando che la lotta all'evasione permetterà d'incassare i miliardi necessari al risanamento. E' così certo di ottenere un successo, che ha ceduto alle minacce di coloro che non vogliono rinunciare ai loro privilegi, cancellando la possibilità di introiti certi in cambio di quelli aleatori, sognati come i governatori spagnoli del '600. Come andò a finire lo sanno tutti coloro che conoscono un po' di storia. Come andrà a finire non è difficile prevederlo: forse la Merkel commissarierà l'Italia , visto che l'Europa non può permettersi il nostro fallimento e nel contempo non può affidarsi ai ministri in canottiera o a quelli ricattabili. A quel punto, addio alla nostra indipendenza, dopo appena centocinquant'anni.
Certo, prima ci saranno tanti Masaniello, specie nel Meridione, forse una peste del Duemila e tante altre malattie per dire che tutto è dovuto alla natura “matrigna” e non solo alla crisi internazionale. Forse è per questo che i rifiuti vengono lasciati in strada a infestare?!