È
da quando il referendum inglese ha stabilito l'uscita della Gran
Bretagna dalla UE che cerco quali sono state le vere cause di tale
decisione.
Da
sempre ho guardato all'Inghilterra non soltanto come la patria della
democrazia liberale, ripresa della democrazia ateniese del V secolo
A.C. e poi per lunghissimi secoli abbandonata, ma anche come la
nazione che seppe trovare nel marasma della sua Gloriosa
Rivoluzione
la strada per affermare con maggiore forza il diritto, così diverso
da quello delle nazioni continentali. Anche il nome dei due diritti
ha nomi diversi: civil law
nel Continente e common law
in Inghilterra, come a sottolinearne anche nel nome la differenza. Il
primo indica un diritto, dove civile sta a indicare un'astratta
società; il secondo, invece, indica che esso dev'essere condiviso da
tutti, dev'essere comune e deve rispondere alle esigenze degli
uomini, prima fra tutte la libertà e l'autonomia.
Il
common law
nasce, più che dalle leggi scritte, dalle sentenze dei giudici, che
studiano i casi particolari e concreti senza paraocchi ideologici e
non su leggi positive,
approvate dai politici e dai burocrati, come avviene nell'Europa
Continentale.
Era
un pretendere troppo riuscire a tenere legata la Gran Bretagna a
un'Europa, che invece tiene legati i popoli in maniera coattiva,
ignorando che cosa sia una libera associazione o la libertà
dell'individuo; ignorando persino che cosa siano le autonomie locali.
Sono
certo che in questo momento uomini come Einaudi o Jean Monet si
agitano nella tomba nel vedere l'Europa sognata da loro nelle mani di
figli degeneri, che non sono soltanto i politici del Terzo Millennio,
ma anche i burocrati. Essi impongono dall'alto quello che ritengono
l'unico ordine sociale possibile. Pianificano, seguendo il loro
incontrastato criterio e tentando di confondere tale loro
pianificazione con la libera circolazione dei beni e il libero
mercato.
Questa
pianificazione gestita a tavolino non può coniugarsi con lo spirito
di libertà proprio del Paese che non ha una camera dei deputati, ma
una camera dei Comuni. L'uscita della Gran Bretagna dalla UE è stata
una conseguenza diretta dell'inaccettabile centralismo burocratico di
questa Europa; quasi un riacquistare la propria sovranità. È come
se fosse morto il nuovo
ordine,
che aveva tolto libertà agli inglesi in nome della globalità.
Il
punto è: che cosa accadrà, quando la Gran Bretagna concluderà i
negoziati per essere definitivamente fuori dall'Europa? Che cosa
faranno gli altri Paesi dell'Unione?
Se
questi Paesi avranno la forza di rinegoziare la loro permanenza,
anche sotto la pressione dei loro cittadini, stanchi di questa
oppressiva burocrazia europea, forse qualcosa di più liberale
resterà di questa Europa, altrimenti di essa non resteranno che le
rovine.