A fine gennaio di
quest'anno criticavo la scelta di Draghi sul cosiddetto quantitative
easing. Riporto il link:
http://www.qualecefalu.it/node/16161.
Oggi
vorrei tornarci su e approfondire ancor più le mie riflessioni.
L'approfondimento è ancora più necessario, perché da più parti a
questo tipo di politica monetaria si dà, erroneamente, il nome di
neoliberismo e la si
spaccia per politica in favore del libero mercato.
Nulla
di più falso. Non ci troviamo di fronte a una politica liberale o
liberista e neppure di fronte a una difesa del libero mercato.
Se
una etichetta vogliamo dare alla politica economica di Draghi,
dobbiamo tornare indietro, al secolo XVII, quando nacque il
cosiddetto mercantilismo,
che regnò sovrano in Francia fino alla Rivoluzione, ma che non
attecchì in Inghilterra, che proprio grazie a questo rifiuto ebbe
una crescita economica straordinaria, la crescita della Rivoluzione
Industriale.
“Come il capitale di un singolo individuo può essere aumentato
soltanto da
quello che egli risparmia dal suo reddito annuo…così anche il capitale dell’intera società, che si identifica col capitale di tutti gli individui che la compongono, può essere aumentato solo in questo modo. La parsimonia, e non l’operosità, è la causa immediata dell’accumulazione del capitale…qualunque cosa l’operosità possa procurarsi, se la parsimonia non la risparmiasse e non la accantonasse, il capitale non crescerebbe mai” dice Adam Smith. Tutto ciò perché per Smith la moneta è soltanto uno strumento, per favorire la circolazione dei prodotti.
quello che egli risparmia dal suo reddito annuo…così anche il capitale dell’intera società, che si identifica col capitale di tutti gli individui che la compongono, può essere aumentato solo in questo modo. La parsimonia, e non l’operosità, è la causa immediata dell’accumulazione del capitale…qualunque cosa l’operosità possa procurarsi, se la parsimonia non la risparmiasse e non la accantonasse, il capitale non crescerebbe mai” dice Adam Smith. Tutto ciò perché per Smith la moneta è soltanto uno strumento, per favorire la circolazione dei prodotti.
Di
idea diversa erano i mercantilisti e ancora lo sono Draghi e i
banchieri. Essi confondono la moneta con il capitale. Se io sono un
agricoltore, uso la sementa (il capitale) per produrre grano e, prima
di venderlo, ne accantonerò una parte per la semina successiva.
Questa parte sarà maggiore se io sarò stato parsimonioso e avrò
investito nella sementa (capitale) ciò che ho risparmiato. È
evidente che, così facendo, aumenterò la ricchezza. Lo stesso non
accadrebbe, se io confondessi la produzione e la parsimonia con la
moneta. Essa è e resta soltanto il valore nominale della sementa e
del grano e sarei uno stupido se considerassi ricchezza la moneta,
sostituendola alla produzione.
Quel
che sta facendo Draghi è proprio questo. Egli dovrebbe sapere,
perché l'Italia ne ha dato esempio per lungo tempo, quando queste
pratiche interventiste aumentarono la legislazione, rendendola
farraginosa e dalla quale si facevano dipendere i sussidi pubblici,
che venivano alimentati da una sempre maggiore tassazione e
dall'inflazione. Oggi questo interventismo a molti sembra normale,
perché da un quarantennio siamo stati abituati a vederlo normale.
Se, però, pensiamo per un attimo alla storia, ci rendiamo subito
conto che l'operazione di Draghi è identica a quella dei
mercantilisti del secolo XVII. Oggi sappiamo come finì.
Speriamo
per questa povera Italia, dove troppo spesso si dà nobiltà di
scienza alle chiacchiere. E speriamo che i cittadini sappiano non
farsi trarre in inganno dai politici, che sono di idea diversa e
considerano la parsimonia obbligatoria per i cittadini, ma non per se
stessi, che sulla parsimonia degli altri ricavano le loro ricche,
seppure immeritate, prebende.