Visualizzazioni totali
martedì 27 agosto 2013
sabato 10 agosto 2013
La "misera paga" degli amministratori
Dire che le somme pagate per gli
emolumenti degli Amministratori sono al lordo delle imposte, non
significa nulla, almeno con riferimento a ciò che i cittadini
pagano, comprendendo tale cifra tanto il netto quanto le imposte. E'
la stessa cosa che si verifica nel caso degli operai, che incassano
una busta-paga di 1.000,00/11.200,00 euro, ma costano al datore di
lavoro oltre 2.000,00 euro.
C'è una sola differenza: nel caso
dei pubblici amministratori il datore di lavoro
sono i cittadini e per cinque anni a essi non è dato licenziare, se
i dipendenti non rendono e persino se causano un danno al sistema
produttivo dell'impresa. In verità troppo spesso non osano
licenziare neanche alla scadenza dei cinque anni.
Questa
differenza comporta pure che i dipendenti-amministratori, quando
commettono errori, che causeranno, prima o poi, danni, non
risponderanno mai di essi o perché verranno alla luce quando ormai
sono fuori dalla politica attiva o perché con un po' di demagogia e
con qualche ricorso al TAR ne nasconderanno l'esistenza. Cosa non
molto difficile, se si tiene conto della grande diffusione del
rifiuto alla comprensione logica da parte dei cittadini.
Ci
sono, è vero, i bilanci, ma oggi si vogliono esautorare di
competenze e giurisdizioni coloro che li controllano – i
magistrati della Corte dei Conti – per conservare la possibilità
di scrivervi liberamente numeri figurativi
e per gestire il comune come se fosse una res nullius.
Ecco
i veri costi della politica! Se gli amministratori fossero più
attenti al possibile e all'oculatezza, forse si eviterebbero costi –
magari divenuti debiti fuori bilancio
– che causano spesso per delirio d'onnipotenza, per fedeltà a
verità ideologiche, per incompetenza e persino per un'irresistibile
amore per l'inganno, con il quale coprono come con un velo pietoso la
loro incomprensibile agitazione.
Sarei disposto
a raddoppiare gli emolumenti degli amministratori, se svolgessero
meglio il mandato, per il quale sono stati eletti. E, quindi, se i
cittadini fossero tutelati da un controllo più stringente degli
eletti, come stava per accadere, se la Corte Costituzionale non
avesse sentenziato che, perché ci fosse tale controllo, era
necessario che la Regione Sicilia recepisse prima la norma. (Un
giorno qualcuno dovrà spiegarmi perché lo Statuto, votato prima
della Costituzione, fu inserito in questa con la sola opposizione di
Luigi Einaudi)
Allora, per
concludere, questi emolumenti sono poco o molto?
Sono troppo,
se si considera che le decisioni amministrative vengono troppo spesso
prese con incompetenza e irresponsabilità – anche da parte di
funzionari-dirigenti, che percepiscono spesso un supplemento per
l'esercizio della loro incompetenza.
Sono
poco, se essi dovessero essere capaci di studiare con impegno ogni
problema del Paese e di proporre soluzioni, che non siano o la
semplice e ridicola fuga dell'attribuire al passato ogni
responsabilità o i palliativi dei circenses.
Se essi, cioè, fossero in grado di ripristinare una fede nel futuro
della società che amministrano.
Sta a voi
lettori controllare con scienza e coscienza e decidere se gli
emolumenti siano più o meno meritati.
Iscriviti a:
Post (Atom)